Vivere liberamente non sarebbe poi così difficile, ma semplicemente, sfalderebbe e quasi disintegrerebbe la nostra vita attuale. Vorrebbe dire almeno per me, mandare a ramengo tante di quelle persone, cambiare così radicalmente il modo di vivere, allontanarmi così tanto da quello che c’è adesso che molto probabilmente non lo farò mai. Per me vivere liberamente è stare lontano dalla folla. Le convenzioni, le festività, le cerimonie (coi loro cliché avvilenti) mi demoralizzano anzi, mi deprimono. Preferisco ad esse il silenzio e la distanza. La routine che vede le persone seguire una sorta di percorso vuoto mi uccide, eppure ci sono dentro! Anche io lo seguo e se per qualche momento me ne distacco allora vengo visto come un depresso asociale.

Forse è proprio da questi vincoli che il mio corpo si ribella; il cercare di stare il più possibile sulle rotaie fa stridere le mie ruote, fa gridare di dolore i gangli, le giunture e così continuiamo ad oliarle con medicine, ginnastica, pastiglie che ci spacciano per miracolose e che guarda caso si pagano a prezzo pieno.

Allontanarsi dalla strada della libertà sgretola lentamente e alla fine uccide. Rimane un moncone di noi che non ci rende più riconoscibili a noi stessi.

Eppure, questa libertà non la vogliamo.