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Ci sono luoghi nei quali quando piove, piove di più. Luoghi dove il semplice rumore di una gronda che goccia può diventare l’unico rumore e dove la neve che cade può riuscire a coprire tutte le cose fino a farle svanire. Questi luoghi benedetti, oramai sempre più rari, lontani, inaccessibili, ospitano poche persone: molti vecchi e qualche bambino, figlio di immigrati che si stabiliscono lontano dalla grande città. Braccianti, operai, fuggitivi ai quali queste oasi offrono requie e riposo. Con questi vecchi mi sono fermato a dialogare qualche volta. Taluni hanno un passato quasi glorioso. Uno era “autista accompagnatore” di un Monsignore. Uno molto scrupoloso con il quale non si poteva sgarrare: una persona molto seria che ha permesso al suo sottoposto una pensione di tutto riguardo. E così questo vecchio dalla ragguardevole pensione, seduto sul colmo della scalinata che porta al piccolo Municipio, guarda tutti con sonnolento distacco e con la calma di chi non deve chiedere più nulla alla vita.
Me ne sto qui, beato… tanto non ho fretta!dice a chi gli rivolge la parola.

Non ha fretta nemmeno il distillatore di fragranze, nascosto dalla tendina della sua rivendita sulla piazza. Fuma sempre la stessa pipa della mattina; con la medesima presa di tabacco che si accende e si spegne ogni volta che tira sù con il fiato oppure smette. Può durargli anche un giorno intero, accesa come un lumino votivo nella penombra del negozietto. Non ho mai visto entrare nessuno, eppure lui sta lì e distilla, distilla e mesce, il suo fine prodotto. Piante che vengono dai crinali intorno o dalle montagne più all’interno.
Achillea, Malva, Ortica, Tarassaco, Genziana, Arnica ed Iperico. Sono le erbe delle nostre terre; usate dai tempi antichi e ancora oggi valide
! Non ti far ingannare dagli incantatori di serpenti, là fuori, che vengono veleno per nettare divino… queste erbe curarono e cureranno ancora. Ma sai il segreto? E’ crederci! E’ una Fede. Credi ed avranno effetto. Senza Fede non vai da nessuna parte!

Ah… lo so, lo so!” dico timidamente, come il bambino dubbioso. E chiudo dietro di me la porticina il cui vetro tintinna allo sbattere dell’anta. E così torno nel ghiaccio della sera.

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