Rutti e rigurgiti

Quand’ero bambino vivevo in una sorta di oasi protetta da nugoli di zie, nonni e parenti di estrazione contadina che avevano fatto fortuna nel dopoguerra e successivamente, durante il boom degli anni sessanta. A vederli dall’esterno della Mitologia che il ricordo, la giovane età e l’amore costruisce, beh si trattava dei classici paesanotti ripuliti che avevano del tutto mantenuto la mentalità ottusa e serrata a doppia mandata del paesotto abbarbicato sulla collina.

Dentro quel mondo entravano in pochi e, quei rari casi, erano sempre guardati come si guarda agli estranei ai quali “era stata fatta la grazia di appartenere a quella famiglia che bla bla bla e bla…”
Così la zia acquisita era una “volgarotta che avrà da ringraziare a vita il marito per averle permesso di entrare in un certo ceto sociale”… lo zio acquisito invece era stato accettato e venerato “perché veniva da Roma” quindi si presupponeva tutta una serie di cose: ossia si presupponeva che fosse una persona còlta, moderna, educata… Poi, quando si approfondirono le conoscenze e si scoprì che i genitori erano originari del profondo Abruzzo si cominciò a far battutine sul fatto che coabitassero con le pecore… che in definitiva, a guardarlo bene, aveva un so che di montanaro, con quei rossi e quei baffi secchi e duri come spazzole da cavalli…

Nel 2020 pensavo di esserne definitivamente uscito.
Credevo che la società finalmente desse per acclarate tutta una serie di cose; che la libertà di azione e di pensiero fossero oramai sdoganate da un pezzo. Ma non è così, perché la società ci sorprende sempre. E lo fa quasi sempre in negativo. I ragionamenti e le azioni virtuose, nella nostra società postmoderna… moderna un cazzo, non sono che l’eccezione.  
E’ stata per me illuminante la risposta che ha dato, sere fa, una anziana ex partigiana alla domanda di un giornalista. E cioè come si spiegava che ultimamente si tendesse a giustificare alcune azioni del Fascismo; ad essere insomma, nei confronti del Fascismo, più tolleranti.
Lei ha risposto che in effetti gli italiani sono stati sempre un po’ fascisti: perché in definitiva a loro piace che ci sia qualcuno lì a comandare e decidere tutto al posto loro. Perché la “Democrazia è faticosa!”

Questo rigurgito (chiamiamolo pure rutto) del Fascismo torna in superficie sempre più spesso, parliamoci chiaro. A guardare sui Social è fenomeno ormai di massa. Definire “Zoccola!” la cooperante italiana liberata ultimamente solo perché si è convertita all’Islam la dice lunga sul come questa mentalità bestia e retriva abbia ancora presa su un popolo che è, di fondo, bestia e retrivo. Se poi ci mettiamo il carico da novanta che esistono delle testate giornalistiche comandate da coglioni populisti il gioco è fatto. E bisogna stare attenti. Non perché i fascisti spaventino qualcuno (con quell’atteggiamento da sparoni coatti inconcludenti non hanno spaventato mai nessuno). Bisogna solo stare attenti che questo atteggiamento di chiusura e di avversione alla libertà di pensiero non ci releghi ancora più in fondo nella scala di valori europea. Sempre che esista un fondo da grattare ancora più in basso di quello su cui ci stiamo logorando le unghie da qualche mese.