Qui dove nasce
il fiume
chiuso dal verde cupo delle querce
e dalla montagna che lo guarda torva
va, pigro nel suo andare
Stagnante o più rapido a valle
quasi fermo sui candidi sassi
che adoprano i bambini per giocare
o disegnare i lor volti ridenti
Poi, nel pomeriggio
il vento teso
annuncia il temporale
e cadono calde gocce tremebonde
e si levano madidi profumi
Mentre cantano più in là vecchi ubriachi
e s’alza il denso fumo di un falò
gaudente
nitriscono i giovani cavalli
nella mota delle stalle arroventate
Io ti guardavo, innocente e bella
terra messa da parte,
accantonata
apri le braccia quando ti cerchiamo
e taci
sotto il sole
mentre aspetti.