Silenzio

Il silenzio lontano alzato dal tramonto arriva dal mare, roboando. E diventa pallido al chiaror di Luna. S’attarda innanzi a bui cancelli chiusi, latra allo scuro vortice dell’ore, sveglia i bambini piccoli dal sogno ed accompagna il lamento dei malati. Nero silenzio colmo di ricordo, cupo silenzio di tortore lontane, frusciando ali tra i rami. Il silenzio delle passioni oramai fredde e appassite. Il silenzio del bene e della solita tisana del tardo pomeriggio.

Sandro Amici

Ore

Ecco, sono le due, le due della civetta e dei graffi sul tetto, del sudore senza motivo, della sopportazione. Le due dei cristalli al quarzo e della gola arsa, dell’imporsi un pensiero positivo mentre la notte rotola. Tutto alle due rimane fermo. La voglia, la rabbia e il disamore.

E poi le tre. Le tre del vento. Di Giove che si sposta e della nuvolaglia. Un lento padule capovolto in cielo, che va verso levante. Non un cigolìo delle giunture nella vecchia casa. Nemmeno i topi sono alla ricerca. Solo son gialli i lampioni nell’erba e sento il cuore che mi pulsa, in gola.

Dov’è l’estate

L’estate è sparsa ovunque
come pula
sabbiosa e ferma dietro i sassi,
lungo ruggenti spume di scogliera
nella stasi e nel movimento
sta l’estate
ormai in ogni cosa.


Nella notte appena smossa
sta l’estate
nelle ricordi che vagano
e nelle pance delle barche in secca
dietro le quali si baciano gli amanti.

Lunga, animosa estate
senza più confini
dilagante, volgare, esagerata
rossa e poi fucsia e di colpo nera
sudata tra le cosce
e nei rivoli del seno

Attesa e infine giunta
che atterrisce.