Ecco, sono le due, le due della civetta e dei graffi sul tetto, del sudore senza motivo, della sopportazione. Le due dei cristalli al quarzo e della gola arsa, dell’imporsi un pensiero positivo mentre la notte rotola. Tutto alle due rimane fermo. La voglia, la rabbia e il disamore.
E poi le tre. Le tre del vento. Di Giove che si sposta e della nuvolaglia. Un lento padule capovolto in cielo, che va verso levante. Non un cigolìo delle giunture nella vecchia casa. Nemmeno i topi sono alla ricerca. Solo son gialli i lampioni nell’erba e sento il cuore che mi pulsa, in gola.