Invidia

Provo invidia per quelli che guardando nelle tasche
vi trovano risposte.
E’ colpa loro o merito di Dio,
Oppure è degli altri il demerito di tutto
Invidia per quelli che in eterno son nel giusto.
La mite moltitudine che scatenò guerre e punizioni
nel nome della “carità”.

Ora eccoli qui che si strappano vesti e cantano la Gloria
Dopo duemila secoli hanno ancora foia, impeto, baldanza
levano in alto coppe orlate di lapislazzuli e vecchia bava
esibiscono scheletri e falangi come prova
e si vantano di avere la “Certezza”

Ecco provo invidia per questa dabbenaggine, per questa noncuranza
per questo cieco non voler sapere.
Perché per viver meglio questa folla sciocca
deve convincersi di essere migliore di quegli che le è seduto accanto.


Devozione

Queste poche foto le ho scattate in un antico Santuario Romano, quello della Madonna del Divino Amore. Come tutti i luoghi “santi” raccoglie un grande numero di devoti ogni domenica. Si tratta di persone dall’età avanzata. Ho visto pochissimo ragazzi o coppie di giovani alla funzione religiosa tenutasi all’aperto. La Chiesa Cattolica Romana ha oramai scarsissimo appeal. Tra l’altro continua a mantenere una “tetraggine” di fondo che certo non invita a partecipare. Ho sempre pensato che le Messe Cattoliche parlano più di morte che di vita. Le omelie, i canti, tutta l’atmosfera ha avuto sempre ai miei sensi un sapore “medioevale” nel senso deteriore del termine.
Riti chiaramente “superstiziosi”, leggende di “miracoli” accaduti nell’antico e tendenti a fare colpo in un volgo analfabeta di contadini e pastori.
Sia chiaro: sempre meglio credere in qualcosa che non credere in nulla, come dimostra l’individualismo nichilista delle nuove generazioni. Ma dovrebbe essere un credo tendente all’azione e al cambiamento. E questo mutamento non si intravede né al Divino Amore né nelle piazze di movida frequentate dai nostri giovani.