Quando ero ragazzo e Roma, nonostante fosse Roma, riusciva ai miei sensi a sfavillare e profumare, ero solito fermarmi a leggere sulle panchine di Piazza Risorgimento, al capolinea.
Leggevo interi libri in due o tre giorni, del tutto ignaro di quel che accadeva intorno, ogni tanto attratto e subitamente innamorato di una ragazza, del tutto perso anche solo per uno sguardo, tremante per giorni dopo aver intuito un sorriso sfuggente sulle labbra di una ragazza e non troppo lontano da una grande libreria proprio davanti ai bastioni michelangioleschi. L’insegna maestosa e lunga per tutte le dieci vetrine campeggiava rossa. Libreria Maraldi.
Una libreria talmente grande che, mi ricordo, mi stupiva con sempre nuovi cunicoli , budelli e sotterranei che contenevano via via testi sempre più misteriosi, codici oscuri, edizioni infrequenti. Io trascorrevo in quel posto ore di perdizione; del tutto stordito da quell’odore di cartamuffa, di discorsi fatti sottovoce, di suono sfogliante.
Qualche anno fa, trasecolato, passando là davanti mi accorsi che non c’era più: frammentata e sub venduta a gelatai, mercanti di brutture, agenzie “skip the line“.
Inutile dire che con essa se ne andò e malamente una parte della mia giovinezza.
Ieri leggo che un altro baluardo di cultura, dopo anni di sforzi gestionali e perdite ingenti mese per mese, se ne va. Cara Libreria Odradek di via Dei Banchi Vecchi a Roma: che fosti così generosa da accogliere anche le mie fotarelle! A due passi da piazza Navona…. sparita anche tu! Perché “Muoiono anziani e accaniti lettori e non c’è il ricambio. Le nuove generazioni non vivono più nella “civiltà della carta”
E in quale “civiltà” vivono le nuove generazioni? No, cara libreria Odradek; sei stata troppo buona. Le nuove generazioni, una volta presa dimestichezza con il telecomando della TV e cominciato a scorrere l’indice sullo smartphone non vivono più alcuna civiltà ma si assuefanno, si drogano di lampi di display, senza capacità di analisi e senza discernimento.
Non passano dalla carta alla lettura “liquida”, no. Proprio smettono di leggere.
Nel caso della lettura bisognerebbe smettere di essere politicamente corretti: alle nuove generazioni non interessa nulla della lettura: sono cose barbose, interminabili, ben più lunghe delle 30 pagine in media che un lettore di social riesce a tollerare prima di cambiare “visualizzazione”.
E che volevi fare, cara Odradek, superare indenne l’era di Bezos?
Teniamoci i “talent”, i “blogger”, “i Brands Ambassador”. La loro gestione è tanto più semplice, sbrigativa e crudele: basta scorrere l’indice.