Le nostre finestre

Fuori dalla finestra
il broncio del cielo o il suo sorriso
ti dice del temporale che sale dal mare

Ti parla dello scirocco africano e del canto solo
del pescatore

cielo che sembra
scendere sui tetti
sui quali posano, ognuno sul suo trespolo
i piccioni

L’orizzonte di pini e di guglie torreggianti
è il mondo fuori dalla finestra
quelle finestre vecchie, fatte di legno e vetro,
da cui passava il gelo della tormenta
e la cui luce,
faceva liquido lo sguardo delle nonne
nel ripensare.

Il cielo bianco della neve
che così raramente si posava
solo intontendo le gialle margherite
e che proteggeva gli orti e ciò che era sepolto.

Fuori dalla finestra il mio cane corre
e compie giravolte nella neve
e il fumo puro del suo fiato
fuori della finestra
io lo vedo.

E vedo tornare il nonno,
e vedo fare un cenno di saluto, giù all’angolo
mio padre.

Quel che mi chiedo è di non dimenticare
quel che mi impongo è di ricordare.