Un vecchio

Sono un vecchio che si commuove

per un ulivo al vento e quel suo

scindersi composto, rumoreggiando

il mare.

Fronde d’argento, mite tormento

una lenta ed inesausta torsione

ancorata a terra. Quasi un vulcaneo grido.

Io e lui. Entrambi a terra immobili.

Tempo immemore

Da quanto non sentivo questa pioggia far goder le tegole, gracidar le rane nelle roride e cigolare i fili del bucato.

Questo tempo irato, che s’increspa sopra il lido e che s’inarca, come l’amante indomito. Da quanto non sentivo ululare il can bagnato nel cortile e sgorgare dalle grate di metallo sciabordii di argentea contentezza?

La brezza, scacciata dal vento di tempesta! Ecco! Finalmente è festa dell’inverno e i laghi e i fiumi tornano a respirare mentre che al loro collo un cappio plastico ormai si è stretto.

Buonanotte… buonanotte inverno!

Sandro Amici

Gelo

Stamani più m’avanzavo e più la terra si faceva bella, levigata, seta. Era la terra colta dal gran gelo, dalla sospensione. Nulla, d’inanimato o vivo, si muoveva. Il Sole invece, di contro al mio salire, mi abbagliava. Ci sarebbe voluto del coraggio: essere eroi come i bambini sono. Perdere la ragione e svanir nel bosco, come folletti stolidi, come eremiti nuovi.

Ma questo coraggio, le cose sincere, non c’è più concesso. Andiamo, come occhi velati, incontro alla vaga nebbia del futuro.

Sandro Amici