Lunedì, tregenda settimanale

Il lunedì ci terrorizza, forse perché rappresenta l’inizio di un ciclo ripetitivo che ha l’aggravante di spostarsi sempre in avanti nel tempo. Una sorta di inesorabile balla di fiero che rotola e alla quale siamo accalappiati.

Solo Buster Keaton, malinconico genio, aveva il potere di scansarle, mentre rotolavano minacciose e infinite a valle. Lui: eterno bambino dai capelli a facezia, che bastava un colpo di dita a sistemare.

Ma lui è stato una creatura del Mito, forse nemmeno esistita o vissuto in una Iliade più lontana di quella omerica, forse addirittura onirica.

Noi non possediamo né quel genio e né la prestanza atletica del supereroe. E rotoliamo sotto i lunedì ridotti a sottilette…

Buster Keaton

Un tempo

C’è un tempo per tutto.

Un tempo per esser bambini felici

Un tempo per essere uomini e un tempo per vivere la vita

Dopo c’è una quieta marea lunare

Interrotta qua e là da una tempesta.

E c’è pure un tempo per amare, dopo di che non c’è ricordo di un oggi o di un domani. C’è una fredda dimenticanza di stagioni. Una lontana eco di respiro.

@crphoto64 Sandro Amici

Gelo

Stamani più m’avanzavo e più la terra si faceva bella, levigata, seta. Era la terra colta dal gran gelo, dalla sospensione. Nulla, d’inanimato o vivo, si muoveva. Il Sole invece, di contro al mio salire, mi abbagliava. Ci sarebbe voluto del coraggio: essere eroi come i bambini sono. Perdere la ragione e svanir nel bosco, come folletti stolidi, come eremiti nuovi.

Ma questo coraggio, le cose sincere, non c’è più concesso. Andiamo, come occhi velati, incontro alla vaga nebbia del futuro.

Sandro Amici

Poche cose

Di poche cose è fatta la vita. Se le togli il sogno sarà un trascinarsi scialbo, pallido come una collina levigata dal troppo vento. Se le togli un ideale tutti faranno le stesse utili cose. Balleranno quando è il caso, fotteranno tutti i sabato e una volta l’anno faranno la medesima crociera. Togli il sogno e toglierai la vita.

Un cambiamento

Ci vorrebbe davvero un cambiamento. Radicale.
Ogni giorno questa strada, questa fermata, questo pullman, la stessa ora.
E il pullman che invariabilmente arriva in ritardo.
Ecco: solo il ritardo è sempre diverso. Un quarto d’ora, mezz’ora, dieci minuti.
E l’imperturbabilità del conducente l’hai vista? Puoi recitargli addosso un calendario di bestemmie ma la sua espressione non cambierà mai: un “Se ti incazzi peggiori solo le cose” che gli invidi, perché taluni personaggi, come i conducenti di pullman, hanno la calma olimpica di un santone indiano.
Però avviene sempre qualcosa se fai qualcosa.
D’improvviso, accompagnato dalla musica preferita nelle cuffie, puoi sentire il gelo della salita sotto il peso dello zaino. Gli scarponi che scrocchiano nella neve fresca, il mutare della vegetazione passando dalla alta valle alle morene sterminate di ciottoli e ghiaccio.
Puoi sentire la fatica del fiato che s’impenna, mentre l’ossigeno scende e ristorarti scoprendo nascere da una polla sotto una falda di ghiaccio, un ruscello che più in basso andrà ad abbeverare le vacche e le pecore.
Puoi sederti addirittura sul molo di un vecchio porto odoroso di pece e sagole e di pesce andato a male. Puoi chiacchierare con vecchi beoni dalla voce strascicata, pieni di sé e di aneddoti chissà se veri o inventati e talmente inverosimili da apparire reali.
Puoi vedere vecchie lanterne cigolare su stipiti malfermi che il vento forte dell’Oceano strapazza. Puoi veder chiaramente la groppa enorme di Giona scivolare come una fluida montagna a pochi metri dalla tua esile barca.
E puoi spiare il bacio tra due amanti. Segreto, vaporoso, denso di promesse. Lei indossa uno di quei cappellini tenuti da un nastro sotto al mento, il colletto di balze e ha la vita esile. Lui è un bruno giovanotto, un po’ rubizzo in volto, ma tanto determinato quanto timido. Quel bacio esitante viene da una interminabile attesa, da sguardi scambiati di nascosto, da sorrisi elargiti per far capire senza esibirsi completamente. Lusinghe, allontanamenti, riavvicinamenti bramosi ed affamati.
Poi arriva la tua fermata.
Chiudi il libro e guardi la signora davanti a te.

Photo by Mathias Reding on Pexels.com