Mi ricordo

Mi ricordo le sedie alla rovescia per appoggiare il petto allo schienale e le chiacchiere serali all’infrescata nel ritornare della brezza al mare.

Gli sfottò leggeri e le risate profonde di stanchezza e quella dolce ebbrezza che risaliva dal gorgoglio del vino.

Il corteggiare con le mezze frasi e sguardi di sfuggita. Le fughe all’ombra con una innocente scusa e il ritorno trafelato.

Rammento la calma celeste delle cose. Il caldo delle mura ed il sudore che non nasceva dalla paura del giorno e della notte. Il sonno per stanchezza e la dolcezza delle primavere.

Foto di Sandro Amici

Terra

Terra in me depositata come in un vaso di pallido coccio

Terra madre e sorella, fatta di ombre celesti e di luci dorate e improvvise

Terra che mi scalda dentro e continuamente germoglia funghi e muschio. Odorosa di tiepidi nascondigli.

Terra che meravigli e che dunque calda m’accogli quando sarà venuto il tempo.

Foto di S. Amici

Didascalie

Ho sempre mal sopportato la scrittura che viene incontro al lettore pigro, intristendo in didascalie che spiegano ciò che un fruitore mediamente alfabetizzato dovrebbe sapere. Leggevo ieri “La canzone di Achille” della Miller che quando parla di Danae, si affretta subito a spiegare che “Danae era quella che fu presa da Giove trasformatosi in pioggia d’oro” oppure che “Leda fu stuprata sempre da Giove in forma di cigno…“

Ehm… signora Miller… un lettore medio queste cose le deve già sapere! Altrimenti facciamo la fine dei campioni dello sport che, alle prese con un avversario mediocre, abbassano di conseguenza il loro livello, rendendo tutto triste e monotono. Questo succede sempre più spesso in narrativa ed è chiaro che si tratta di un tentativo di tenere desta l’attenzione del soggetto “medio(cre)”. La pigrizia mentale non va “nutrita” ma è vero anche che lo scrittore moderno deve fare i conti con una platea di lettori diseducati e provenienti da decenni di scuola arrangiata, di TV spazzatura e di social nefasti.

Assistiamo così ad una scrittura banale, persa in frasi parentetiche e in rimandi a fondo pagina.

E chest’è! Come direbbe Eduardo…

Amore o sentimento?

La malinconia si alza ogni mattino un minuto prima di me. È come qualcuno che mi fa ombra, in piedi fra il giorno e me. Per svegliarmi devo respingerla senza riguardo. La malinconia ama la morte, d’amore profondo. Sono anni che lotto con queste profondità, che mi sforzo di limitare la loro influenza, senza riuscirvi sempre. Solo la leggerezza della vita può cacciare l’insondabile malinconia. La leggerezza mi è sempre arrivata dalla parte dell’amore. Non dal sentimento: dall’amore. Ho impiegato tanto per vedere cosa separasse l’amore dal sentimento: quasi nulla, un abisso. Il sentimento sta dalla parte della malinconia. Ci casca a colpo sicuro, presto o tardi. Il sentimento e la malinconia nascono da una preferenza di sé per sé, da un compiacimento – esaltato o affossato – di sé per sé. Il sentimento, come la malinconia, è insondabile, pieno di spigoli e gorghi. La malinconia è la varietà triste del sentimentale. Il sentimento, come la malinconia, aderisce, lega, fonde. L’amore taglia, trancia, separa.. Il sentimento mi invischia in me stesso. L’amore mi distacca, mi sradica da me.

Christian Bobin

Buona salute

Ti auguro buona salute perché dentro c’è tutto. Ti auguro di elevarti al di sopra delle cose perché le cose sono un mezzo, non il fine. Ti auguro di desiderare un bacio o una carezza, mai la banalità degli oggetti. Tutto si dimentica; non certo l’intenso profumo di un abbraccio o la calda tisana fiorita di una carezza, data senza malizie ma con l’intenzione di restituir calore alla vita fredda, disincantata, disillusa e stanca. Ti auguro di avere accanto un animale, per imparare a non essere ferito; per imparare a gioire ogni volta di gioia immutata, folle, colorata. Ti auguro di essere sempre pulito e calmo, come la ricca pioggia di novembre che fa grassa la terra. Di essere utile alla vita tua. Di essere te.

Stay Tuned, perDIO!

Israele, Palestina, profughi, fuggiaschi, guerre e violenze, genocidi e ospedali che saltano in aria…

Dice “scaricati la APP per ordinare la pizza direttamente dallo smartphone!”
Puoi avere pizze dall’impasto romano, napoletano, vegano, ai quattro cereali, ai quattro formaggi e a quattro palmenti. Piatti locali, romani, giapponesi e cinesi. Puoi avere i cinesi.
Africa, Febbre emorragica, fame e deserto.
Ma tanto l’Africa sta là e ce ne siamo dimenticati…

Dice “scaricati la APP per comparare tutti i prezzi delle macchine PLUG IN e PLUG IN Hibrid sul mercato”
A me mi fa 20 al litro su percorso misto.
A me mi fa 21 su percorso urbano.
Io ho la macchina che mi parla e che cambia colore: se sono incazzato il cruscotto diventa rosso, rosa se sto bene con me stesso e con il mondo! (Faccetta che ride).

Abbiamo il Governo che si scaglia contro chi fa giornalismo d’indagine! Come se il giornalismo vero fosse qualcosa di diverso da quello di indagine e dovesse occuparsi solo delle calze smagliate della erede al trono, dell’ultimo parto anale di Ultimo o delle stronzate abissali di Salvini!

“Dove andiamo a fare il BRUNCH?”
“Dove andiamo a fare il LUNCH?
“Si, ma una cosa veloce, perché ho una CALL! Tenetemi AGGIORNATO!”

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Aria

Acqua che scorre, sconosciuta.

Aria che conoscevo, ormai svanita.

Aria di casa, odore di caffè

Silenzio ambito. Silenzio prezioso. Tutte queste cose io ero e non lo sono.

Chi mi troverà? Chi mi lascerà sulla soglia amata? Chi ingoierà per me le spine delle rose e quanti pomeriggi al mare il vivere ancora mi riserva?

Andiamo! Andiamo come fa l’acqua! Andiamo senza sapere per la sola brama di andare!