Pioggia
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Vierno, che fridd’ in da stu còreE sola tu ca me puo’ da’ calore R. Murolo Passavo gran parte dell’inverno ad osservare piogge. Allora erano piogge calme e determinate, capaci di cadere per giorni impregnando i muri delle case, la terra, le persone stesse. Vedevo gli uomini di casa rientrare scrollando grandi tele cerate, come…
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Mi piace così tantodopo che il grecale ha smesso di soffiaree dopo che è passato il temporaleandare sotto le chiome basse delle querceche gocciano ancorae goccia a goccia,ora sul collo, or sulla testa, or sulle manisentire che la pioggia non è mortaed anzi, che la resina l’ha presa, intrisa, soggiogata e vintae da sotto il…
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Ieri il temporale roteava sul paese come un manto scuro le cui estremità erano sfilacciate. Roteava e rombava senza piovere. Questo perdurare di qualche minuto ci diede la certezza che dovesse restare là, immobile per chissà quanto tempo. Chi aveva appena interrotto il lavoro in giardino lo aveva baldanzosamente ripreso, certo dell’immobilità del cielo. Chi…
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Luogo aperto ed ascoso, di acqua dolce e salata, fatto un po’ dal mare e un poco dalla neve. Edificato su viottoli e sterrati che lasciano intuire corsi d’acqua improvvisi, impervie salite e nebbie inaspettate ed improvvisi fortunali. Si fa nera all’improvviso la montagna, fino a poc’anzi verde e serena e i paesi sulle pendici…
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“Quando canta la cornacchia a giorni dispari, il giorno dopo piove” Ora bisogna capire. Un solo giorno? E se non piove bisogna aspettarne tre? O cinque? È qual’è il numero massimo di giorni dispari che bisogna aspettare? E perché qui da noi le cornacchie cantano ogni giorno e non piove più? Allora devo pensare che…
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Avevamo detto basta Perché eravamo al colmo, come quando un argine si gonfia ed alza il fango e noi dicemmo basta! Ma chi resiste alle tue spalle, giare lisce e carnose? Chi resiste alla tua gola, così bella e indifesa? Aspettammo che l’inverno finisse e che la mota crescesse nuovi fiori per rifiorire la passione…
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Piove a stille nell’aria. Minuscoli baci dati alla terra. Tra pulviscoli di nebbia a tratti aperta e braccia subito serrate. Capricci tra i capelli queste gocce. E cantando vola il vento dell’Appennino che ancora porta il ciuffo di una molle neve. Grigia e celeste nuvolaglia sul sommo delle colline. Sonno che ti attanaglia e desiderio…
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Da quanto non sentivo questa pioggia far goder le tegole, gracidar le rane nelle roride e cigolare i fili del bucato. Questo tempo irato, che s’increspa sopra il lido e che s’inarca, come l’amante indomito. Da quanto non sentivo ululare il can bagnato nel cortile e sgorgare dalle grate di metallo sciabordii di argentea contentezza?…
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Ti auguro buona salute perché dentro c’è tutto. Ti auguro di elevarti al di sopra delle cose perché le cose sono un mezzo, non il fine. Ti auguro di desiderare un bacio o una carezza, mai la banalità degli oggetti. Tutto si dimentica; non certo l’intenso profumo di un abbraccio o la calda tisana fiorita…
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In alcune sere di primavera una leggera pioggia insistente si accanisce contro le finestre. Una goccia si posa, tentenna, cerca una compagna. Quando la trova diventa più grande, scende rapida e disegna un righino sulla superficie fino a sparire.
